Quante volte succede di non comprendere bene quello che ci sta accadendo?
Soprattutto se si tratta di situazioni un po' strane, di quelle che ci cadono addosso, inaspettatamente, e alle quali non siamo preparati.
Tutto ciò che attraversiamo ha un senso, ovvero un significato, un peso specifico, un valore, che non sempre riusciamo a cogliere nell'immediato.
Io mi sono sempre chiesta "ma tutto questo... perchè?", sia per le situazioni meno piacevoli, sia per quelle piacevoli.
E la mia prima reazione, una volta, era arrabbiarmi e non capire, per quelle del primo gruppo, mentre, per le seconde, essere incredula, quasi come se quella cosa non potesse succedere a me.
Alla fine, dopo aver fatto un po' di esperienza, sono arrivata alla conclusione che un senso, piccolo o grande, in quello che ci accade, c'è sempre, ma che la sua comprensione arriva... dopo! Quindi, perchè allora non mettersi comodi, e viversi momento per momento?
Mi spiego meglio. Rimanere completamente nell'esperienza vuol dire assorbire quello che dall'esperienza arriva, che è poi l'insegnamento che l'esperienza, con i mezzi che ha (mai troppo soft), ci vuole trasmettere.
Quando siamo colti alla sprovvista, reagiamo con le emozioni che abbiamo pronte all'uso... che spaziano dalla rabbia, allo stupore, all''ansia, alla paura... e non ci fermiamo di certo a pensare che dentro ad ognuna sono scritte le istruzioni per le esperienze successive.
E perchè non riusciamo a cogliere quello che avviene nell'attimo in cui ci accade? Perchè abbiamo la consolidata abitudine di orientare la nostra attenzione al passato, o al futuro, senza considerare il presente. o meglio, l'adesso (che è un micro-segmento del più ampio Presente). Non è nemmeno necessario cogliere immediatamente il significato completo; ne basta anche solo un piccolo pezzo.
Stare nell'esperienza è un modo di dire che mi piace tanto. Stare, ovvero rimanere in quello che c'è, con con quello che c'è. L'esperienza, e noi, con la nostra dimensione fatta di pensieri, preoccupazioni, ipotesi, sensazioni, sintomi, bubù vari... lasciando che guarniscano il nostro vissuto.
Se, ad esempio, c'è una situazione ricorrente nella quale provo delle sensazioni fastidiose a livello dell'addome, o delle spalle (tipo tensione), è importante che io mi fermi ad accoglierle e ad ascoltarle. Il senso dell'esperienza può essere racchiuso tutto lì. In questo modo evito di ripetere di vivere mille volte quella situazione per capire. Richiede, come tutto quello di cui mi occupo io, un esercizio costante, paziente, che sulle prime può demotivare, ma che, se perseguito come un obiettivo importante, si apre a noi in tutta la sua profonda saggezza.
Di senso in senso, di comprensione in comprensione, si arriva a fare pace anche con le sensazioni che alla prima ci danno fastidio, scoprendo invece che hanno un mondo da offrirci ricco e complesso.
Solo in questo modo, il senso dell'esperienza può prendere il treno puntuale e arrivare prima a destinazione. Così è praticamente certo che saremo lì ad aspettarlo sulla banchina.
A presto,
Cristina